Bufo
viridis: un anfibio alla conquista delle nostre vie?
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Una sera di maggio di qualche anno fa stavo tornando a
casa con la macchina, dopo un acquazzone, quando il fascio luminoso dei fari
illuminò una piccola pallina chiara ballonzolante lungo il bordo della
strada, vicino al marciapiede. Incuriosito fermai la macchina per vedere di che
cosa si trattasse, e rimasi piuttosto stupito nel constatare che si trattava di
un piccolo Rospo Smeraldino, non più lungo di 4 cm.
Lo presi delicatamente e lo rilasciai in un giardino
attiguo - la strada rimane un luogo troppo pericoloso per questi animali - prima di rimettermi in viaggio. Non avevo
fatto nemmeno cento metri, che ecco apparire un altro rospetto lungo il margine
erboso di un fossato. Ancora qualche metro, e ne spuntò un altro. La
cosa che più mi meravigliava era che il Bufo viridis non era mai stato
un rappresentante dell'erpetofauna di quella zona. Si stava preparando
un'invasione? Da un certo punto di vista, sì. In effetti negli ultimi
anni il Rospo Smeraldino si sta diffondendo sempre di più nelle zone
urbane, riappropriandosi dei vecchi territori che aveva perduto con l'avanzare
dell'urbanizzazione e conquistandone di nuovi, in cui questa specie prima non
era presente. Così ad esempio non è difficile trovarlo anche nei
centri delle grandi città, Roma e Milano in testa, mentre saltella sotto
il cono di luce di un lampione nei parchi cittadini, di sera, impegnato a dare
la caccia agli insetti. Ma quali sono i segreti che hanno permesso a questo
piccolo Anfibio di avere questo "exploit" di diffusione?
Vediamo di conoscere meglio questo simpatico animaletto.
Il Bufo viridis, comunemente chiamato Rospo Smeraldino, è uno dei due
rappresentanti della famiglia Bufonidae nel nostro Paese. L'altro, il Rospo
Comune o Bufo bufo, ha visto al contrario del "cugino" più
piccolo diminuire drasticamente la propria consistenza numerica nel corso degli
ultimi anni. Da questo "parente maggiore", B. viridis si differenzia
per la taglia più piccola, 10 cm al massimo, e per la colorazione.
Questi Anfibi infatti presentano delle macchie irregolari verde intenso (donde
il nome comune e quello scientifico) e pochi piccoli tubercoli rossicci, su un
fondo che va dal bianco crema al marrone rosato. Il ventre è sempre
bianco candido. Subito dietro la testa dell'animale si trovano due grosse ghiandole
reniformi che hanno il compito di secernere una sostanza caustica che protegge
l'Anfibio dall'attacco dei predatori. Qualunque animale, infatti, che tentasse
di ingerire il Rospo si ritroverebbe le mucose orali completamente ustionate da
questa sostanza, e risputerebbe immediatamente il batrace, probabilmente ancora
vivo anche se malconcio.
Per questo motivo occorre usare molta cautela quando si
maneggiano questi animali. E' importantissimo lavarsi SEMPRE le mani dopo aver toccato qualunque Rospo; se si
portassero inavvertitamente le mani sporche agli occhi o alla bocca
rischieremmo di ritrovarci in preda a
congiuntiviti o altre irritazioni.
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Bufo viridis si riproduce in primavera, spesso
utilizzando all’uopo anche piccole pozze d’acqua temporanee. Questo comporta da
un lato una minor competizione con altre specie di anfibi, e dall’altro una
mortalità potenziale maggiore dovuta alla possibilità non molto
remota che la pozza si prosciughi. Nei parchi delle grandi città si
riproduce persino nelle fontane pubbliche.
I Rospi Smeraldini sono animali prettamente notturni, che
durante il giorno trovano rifugio nei luoghi più impensati. Attualmente
ad esempio un piccolo gruppo di tre B. viridis vive nascosto vicino al garage
di casa mia, in un tombino da cui sciamano la sera per le loro cacce notturne.
In altri casi essi si rifugiano sotto vecchi vasi, ceppaie marcescenti, od
altro. Rimasi sbalordito nel vedere come, nel giardino di un mio conoscente,
centinaia di questi anfibi passassero il giorno sotto alcune tavole di legno
posate a ridosso di una parete. Alcuni si erano addirittura infilati nello
spazio che intercorreva tra una grondaia ed il muro di casa, occupandolo tutto
fino almeno a 50 cm di altezza dal
suolo!
Questa loro propensione per i luoghi più strani da
usare come rifugio porta spesso i B. viridis a mettersi nei guai, entrando
nelle abitazioni (cantine, garages, sotterranei) o infilandosi in posti da cui
poi non riescono più ad uscire. Potrà quindi capitare di
rinvenire esemplari di Rospo Smeraldino debilitati e disidratati. Come
procedere in questi casi? Per prima cosa, cercate di valutare obbiettivamente
le condizioni dell'animale: se ci sembra che queste siano abbastanza buone, se
si nutre senza problemi e se l'inverno non è vicino possiamo
tranquillamente rilasciarlo in un giardino o in un parco, confidando nelle sue
grandi capacità di recupero: in fondo, le capacità di resistenza
al digiuno di questi animaletti potrebbero far impallidire qualunque fachiro, e
periodi di magra alimentare di un mese ed oltre possono essere facilmente
dimenticati dall'animaletto che in capo ad un paio di settimane potrà
ripristinare le proprie riserve lipidiche. Ma se lo stato di denutrizione e di
disidratazione fossero troppo gravi, se l'animale fosse troppo debilitato o
magari anche ferito (non è raro imbattersi in rospi feriti ai lati della
strada, magari falciati dalla corsa di motorini o biciclette), cercheremo di
farlo tornare in buona salute prima di rimetterlo in libertà. Badate
bene, dovrà sempre essere questo il nostro scopo ultimo: la
reintroduzione nell'ambiente naturale dell'Anfibio ferito. Mi rendo conto che
sarà difficile non affezionarsi al Rospo Smeraldino, che, ve ne
renderete conto presto, è un animale dalla simpatia e dall'intelligenza
notevolissime; ma dobbiamo sempre tenere presente che B. viridis, come del
resto tutta l'erpetofauna europea, è protetto dalla convenzione di Berna
(Direttiva Habitat), e ne sono perciò proibite la cattura, la detenzione
ed il commercio.
Per ogni tipo di ferita, provate a portare il Rospetto da
un veterinario. Sarà lui magari anche ad indicarvi un centro di recupero
per selvatici a cui portare l’animale.
In alternativa, se non doveste aver modo di far pervenire
l’animaletto in un simile centro… In presenza di un rospo disidratato e molto
dimagrito per prima cosa dovremo approntare una sorta di "camera
umida" sterile, una vaschetta di plastica dotata di buona chiusura e con
pochi fori per l'areazione, sul cui fondo disporremo carta assorbente fradicia,
una vaschetta con acqua pulita ed un vasetto da fiori in plastica, sterilizzato
e rovesciato su un fianco, che possano servire da rifugio diurno. La carta e
l'acqua andranno cambiate giornalmente. In una ciotolina bassa metteremo il
cibo, che almeno per i primi giorni dovrà essere costituito da alimenti
morbidi e nutrienti come lombrichi ben lavati e larve di Tenebrio molitor
"bianche" (che cioè abbiano appena compiuta una muta e che siano così ancora tenere).
Un veterinario potrà indicarci quale sia il migliore integratore
alimentare da aggiungere al cibo. Nel frattempo prepareremo un terrario umido,
di almeno 30x60cm di base, con un fondo di torba umida ricoperta di muschio e
sfagno e un contenitore basso (anche un sottovaso andrà bene) con
dell'acqua pulita. In questa vasca trasferiremo il Rospo dopo un paio di
settimane di trattamento in camera umida. L'alimentazione nel terrario umido
comprenderà oltre che a lombrichi e a tarme della farina anche falene,
camole del miele, tenebrionidi adulti e mosche. Non somministrate bigattini
(potrebbero non venire digeriti e anzi forare le pareti intestinali
dell'Anfibio), così come cimici, imenotteri (api e vespe) e ragni. Anche
i bruchi pelosi andrebbero evitati. In poche settimane il Bufo dovrebbe
riprendere le forze abbastanza da poter essere rilasciato senza preoccupazioni
in natura.
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FOTOGRAFIE DI MICHELE BALLARIN